
Ad oggi nella cannabis sativa sono stati identificati o isolati 565 composti naturali, di cui più di 150 terpeni e circa 120 cannabinoidi: tra questi ultimi, i più conosciuti e studiati sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD) cannabidiolo (CBD).
Proviamo a conoscerli meglio e a capire come agiscono nel nostro corpo.
CBD e THC: il buono e il cattivo?
“THC e CBD agiscono in modo analogo: esistono nel nostro corpo dei recettori specifici, cui i cannabinoidi si sono in grado di legarsi, generando una serie di reazioni fisiologiche. ”
Il meccanismo dei recettori nel corpo umano

Il sistema endocannabinoide (ECS)
Il sistema cannabinoide umano è costituito da una serie di recettori distribuiti sia a livello del Sistema Nervoso Centrale, sia negli organi periferici. La scoperta di questo sistema si deve al ricercatore israeliano Mechoulam – lo stesso che nel 1964 aveva caratterizzato il THC – che nel 1992 individuò il primo cannabinoide umano, l’anandamide, aprendo così la strada alla comprensione di un sistema fino ad allora sconosciuto.
L’ECS svolge funzioni essenziali all’interno del corpo umano: oggi si sa che, a livello centrale, esso regola la neurotrasmissione sinaptica, ossia la comunicazione tra neuroni nel loro punto di contatto (la sinapsi), sia di tipo eccitatorio che di tipo inibitorio. In altri termini, l’ECS agisce come un direttore d’orchestra, in grado di armonizzare l’azione di una serie di neurotrasmettitori – quali noradrenalina, dopamina, serotonina, GABA, Glutammato ecc. – e quindi il loro effetto fisiologico. Appare dunque evidente la ragione degli effetti cosiddetti “paradossi” attribuiti alla cannabis: la stimolazione di questo sistema-orchestra può provocare sia effetti eccitatori che inibitori.
Oltre che a livello centrale, il sistema endocannabinoide agisce anche a livello periferico, modulando funzioni immunitarie e infiammatorie.
I recettori per i cannabinoidi ad oggi conosciuti e caratterizzati sono di due tipi:
Recettore CB1, presente ovunque nel sistema nervoso centrale, anche se maggiormente espresso a livello dell’amigdala, dell’ippocampo, della cortex, dei nuclei della base e del cervelletto. Esso è coinvolto nelle funzioni cognitive, nella motivazione, nella regolazione del dolore, nella memoria e nel controllo motorio. Il THC presenta maggiore affinità per i recettori di tipo CB1 – il che spiega gli effetti di questo cannabinoide sulla coordinazione motoria e sulla memoria a breve termine;
Recettore CB2, presente soprattutto sulle cellule immunitarie (linfociti), nel sistema nervoso periferico e su astrociti e microglia nel sistema nervoso centrale. La sua attivazione è associata a funzioni di protezione neuronale, alla risposta immunitaria e alla modulazione della risposta infiammatoria. Agonisti dei recettori CB2 sono stati sperimentati per il trattamento di patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer e la malattia di Huntington – una patologia degenerativa del sistema nervoso centrale, caratterizzata da disturbi motori (movimenti bruschi e inconsulti), del comportamento (collera, irritabilità, depressione) e demenza progressiva.
Come per tutte le serrature, esistono chiavi specifiche, passe-partout e chiavi che non entrano – oppure entrano ma bloccano la serratura senza aprire la porta:
-se la molecola in questione è in grado di aprire la serratura (=legarsi al recettore), si parla di molecola AGONISTA;
-se blocca la serratura (=impedisce che il recettore si leghi alla molecola giusta) agisce invece da ANTAGONISTA;
-se si lega ma non è in grado di innescare perfettamente l’effetto domino descritto sopra, si parla di AGONISTA PARZIALE – in pratica, la risposta cellulare si genera, ma è meno efficace rispetto a quella che si avrebbe con un agonista puro.
-se infine si lega, ma genera l’effetto opposto rispetto a quello dell’agonista, si parla di AGONISTA INVERSO
Per fare un esempio pratico, l’insulina, l’ormone che regola il livello di zucchero nel sangue, agisce proprio in questo modo: quando i livelli di zucchero aumentano, il pancreas produce insulina, la quale si lega a specifici recettori presenti sulle cellule del corpo e le stimola ad assorbire lo zucchero circolante (che verrà poi utilizzato per il metabolismo cellulare). L’insulina che le persone affette da diabete assumono come farmaco si comporta da agonista nei confronti dei medesimi recettori, mimando l’azione dell’insulina endogena, che non viene prodotta a sufficienza dal pancreas.
THC e CBD agiscono in modo analogo: esistono nel nostro corpo dei recettori specifici, cui i cannabinoidi si sono in grado di legarsi, generando una serie di reazioni fisiologiche.
Ma se esistono dei recettori specifici per i derivati della cannabis, significa quindi che anche il nostro corpo produce delle sostanze cannabinoidi? La risposta è affermativa: si tratta del cosiddetto Sistema endocannabinoide (ECS), scoperto proprio durante le fasi di studio sul meccanismo d’azione del THC.

Come agiscono THC e CBD sul sistema endocannabinoide?
THC e CBD: il futuro della ricerca
L’AUTRICE:
Sonja Bellomi, laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, con PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive.
Si occupa di formazione professionale e divulgazione scientifica.